Stili di vita e invecchiamento in salute
a cura della Professoressa Maria Vittoria Barone
Questa serie di articoli ha lo scopo di aggiornare al meglio delle conoscenze scientifiche gli operatori sanitari ed il pubblico in generale per implementare e diffondere comportamenti virtuosi volti al mantenimento dello stato di salute per quanto più tempo è possibile.
I nostri stili di vita non sono corretti per un invecchiamento in salute .
I nostri stili di vita non sono sani.
L’organizzazione mondiale della sanità definisce “l’ambiente nel quale viviamo come “obesogeno” giacché il cibo ci viene continuamente proposto, è facilmente accessibile 24 ore al giorno e viene percepito non come finalizzato al nutrimento ma come puro piacere. Per contenere l’epidemia di obesità l’intervento sulle scelte personali continua ad avere la sua importanza ma la priorità, oggi, deve essere quella di rimuovere le caratteristiche obesogene dell’ ambiente in cui viviamo”.
L’OMS è chiara nel suo intento quando ci avverte delle caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo, ma lascia al singolo, alle “scelte personali” il peso di seguire stili di vita più corretti. Non da nessuna indicazione su quali basi le “scelte personali” si debbano fare.
Inoltre, ed ancora più gravemente l’OMS lancia un monito dicendo la “priorità, oggi, deve essere quella di rimuovere le caratteristiche obesogene dell’ ambiente in cui viviamo”, ma ancora una volta non chiarisce di chi è il compito di eliminare le caratteristiche obesognene dell’ambiente.
L’OMS è molto chiara su questi punti, ma non da nessuna indicazione sulla loro implementazione, fatto che dovrebbe invitarci ad una seria riflessione.
Un indice importante della salute di una popolazione è rappresentato dalla salute della sua popolazione infantile. Purtroppo i dati relativi alla salute della nostra popolazione infantile non sono incoraggianti.
In Italia il tasso dei tumori infantili è aumentato del 40% negli ultimi 16 anni. Negli ultimi 20 anni l’incidenza delle MICI (malattie croniche infiammatorie dell’intestino) in età pediatrica è aumentata costantemente caratterizzandosi come una vera e propria emergenza medica.
Ma il dato più preoccupante è l’incremento dell’obesità infantile con il 40% dei bambini obesi o in sovrappeso in Grecia Spagna e Italia, percentuale che diventa il 45% a Creta.
Appare chiaro che gli stili di vita che conduciamo in Italia e più in generale nei paesi occidentali non sono compatibili con un invecchiamento in salute.
Eppure proprio le regioni del sud Europa, proprio quelle in cui è stata descritta originariamente “la dieta mediterranea” oggi sembrano essere le zone con la popolazione sia infantile che adulta meno in salute.
Non è un caso che Joao Breda responsabile dell’Ufficio Europeo dell’OMS per la prevenzione ed il controllo delle malattie croniche già nel 2018 lanciò un allarme importante all’European Congress on Obesity a Vienna dicendo che la “dieta mediterranea è morta proprio nei paesi in cui è nata”. Un grido di allarme che impone una analisi importante dei nostri stili di vita e possibilmente una serie di interventi sul territorio per cambiare la rotta.
Appare chiaro che la “morte“ della dieta mediterranea è stata sostituita da abitudini alimentari ben lontane da quelle tradizionali, almeno nel sud Italia.
Ma quanto e quando sono cambiati i nostri stili di vita rispetto a quelli delle popolazioni più longeve ed in salute?
Nel prossimo articolo affronteremo i temi più tipicamente nutrizionali della contrapposizione tra “dieta Mediterranea” oramai patrimonio dell’umanità e della dieta “occidentale”
La Prof.ssa Maria Vittoria Barone, specializzata in Gastroenterologia, è stata dapprima Ricercatore e poi Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
E’ Responsabile scientifico del Laboratorio Europeo per Lo Studio delle Malattie Indotte da Alimenti (ELFID), interamente dedicato allo studio dell’interazione tra epitelio intestinale ed alimenti.
E’ autrice di circa 80 pubblicazioni su riviste internazionali peer review (H-index 34) ed è docente del corso di Laurea in Nutrizione Umana, del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, della Scuola di Specializzazione in Pediatria e del Dottorato Sviluppo Accrescimento e Salute dell’Uomo.